Nicolò Gussoni - 1627
Il nuovo podestà veneto è un uomo che conosce il mondo, e guarda avanti, oltre le Mura. Governerà Bergamo per 16 mesi, poi la sua carriera lo porterà altrove. Per la Repubblica di Venezia questa città è il baluardo dei domini di Terraferma, ma anche il crocevia dei commerci con l’Europa continentale. Ogni anno, a fine Agosto, nel prato di S. Alessandro – un vasto spazio vuoto che separa e unisce i borghi che si diramano dalle porte delle Mura – viene allestita una delle più importanti fiere-mercato d’Italia. Duemila casotti di legno, decine di migliaia di persone. Non ci sono strutture stabili, né strade: tutto è “provvisionale”.
Niccolò Gussoni indossa un’elegante marsina ricamata, e osserva i suoi mocassini di vernice nera con la fibbia d’argento affondare nel fango di questo prato. Con l’idea di delimitare stabilmente l’area della Fiera, fa disporre le Colonne di Prato. Quindi fa tracciare e lastricare il sentierino che attraversa il prato. Ai lati due file di alberi.
Sono passati 400 anni, questo prato è diventato il centro della città, e il sentierino alberato è ancora al suo posto. Quando si dice: lasciare il segno.