Giovanni Battista Angelini - 1720
Un giovane abate, cappellano alla corte dei reggitori veneti di Bergamo, con un incarico che oggi definiremmo di “addetto stampa”. Appassionato di storia locale, nella sua “Bergamo in terza rima” ci descrive l’inaccessibile convento di clausura di S. Marta, spiandolo non già dal buco della serratura, ma dall’alto delle Mura: un’ortaglia che sembra una pianura / tant’è la vastità del suo confine / resta compresa dentro la clausura […] Per viti non invidia alle colline / coprono i pergolati il gran contorno / di fruttifere piante e d’ogni erbaggio / un largo spazio ancor si vede adorno. Composta nel 1720, quest’opera sarà pubblicata per la prima volta solo nel 2002.