Bortolo Riccardi - 1796

Professione: impresario teatrale in un’epoca di grandi cambiamenti. La vita di Bortolo Riccardi somiglia pericolosamente a un’opera tragicomica scandita da una serie di colpi di scena. Furbo, scaltro, ha aggirato i regolamenti che vietavano di costruire teatri stabili nella zona della Fiera. E ha avuto troppo successo. Tutto esaurito, a discapito degli altri teatri. E arrivano i guai. Prima gli Inquisitori Veneti, e la condanna a due anni di reclusione per le idee illuministiche e le simpatie filo-francesi. Poi l’impresa di una vita, il teatro che porta il suo nome, è divorato in una notte da un incendio doloso. Lui sa chi è stato: il Conte Ottolini, rappresentante della vecchia Bergamo aristocratica. Ma non ha prove.
Decide di non mollare, e ricomincia dai teatri “provvisionali”, dai tendoni. Ma ecco che il mondo si ribalta, crolla l’antico regime, il Conte Ottolini è riconosciuto colpevole, incarcerato, e i suoi beni confiscati per risarcire il nostro. E così Bortolo Riccardi corona il suo sogno: costruire un grande Teatro. Quello stesso Teatro che cent’anni dopo sarà intitolato a Gaetano Donizetti.


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